Calo dell’approvazione dei Governi nei Paesi del G7: in Gran Bretagna addirittura un crollo

Nella terza wave dello studio Kantar Covid Barometer, i livelli di approvazione e fiducia nei Governi sono in declino e la maggioranza dei cittadini del G7 purtroppo pensa che la propria economia nazionale sarà indebolita, dopo la pandemia.
04 giugno 2020
Carlotta Donati
Carlotta
Donati

Senior Marketing Executive

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  • Forte impatto sulle finanze personali (il 14% dei cittadini del G7 ed il 10% in Italia, dichiarano di aver già perso almeno la metà del proprio reddito
  • Un cittadino su tre (31%) pensa di utilizzare il trasporto pubblico meno di quanto faceva prima, quando le restrizioni saranno comunque eliminate. Il dato è più alto in Italia (40%), Giappone (39%) e Gran Bretagna (38%).
  • il 52% dei cittadini dei Paesi del G7 dichiara che è molto/abbastanza propenso ad utilizzare un’app per il tracciamento del contatto e il monitoraggio della diffusione del virus. Addirittura, in UK il 63% e in Italia il 58%
  • quattro cittadini su dieci (42%) pensano che si recheranno in ristoranti e caffè all’incirca come prima, mentre il 40% lo farà meno.

Milano, 4 Giugno 2020 - Nella terza wave dello studio estensivo nei paesi del G7 sull'impatto del coronavirus sulla società, Kantar, azienda leader nel data management ed insight a livello mondiale, rileva che i livelli di approvazione e fiducia nei Governi sono in declino e la maggioranza dei cittadini del G7 purtroppo pensa che la propria economia nazionale sarà  indebolita, dopo la pandemia.

Ecco alcuni fra i principali insight dello studio di Kantar, che ha avuto luogo dal 28 Maggio al 1 Giugno:

Il livello medio di approvazione dei Governi è calato con differenze significative fra i Paesi. Nel Gruppo dei G7, infatti, quasi metà  della popolazione (48%) approva la risposta del proprio governo alla pandemia (era il 50% in Aprile[1], il 54% in Marzo[2]). Tutti i Paesi, eccetto il Giappone (37%, +7) hanno visto il livello di consenso calare da Aprile scorso: Canada 70% (-4), Germania 65% (-2), Italia 65% (-6), US 42% (-4), Francia 41% (-2), con la Gran Bretagna che mostra un crollo di addirittura 18 punti da Aprile arrivando al 51%

  • Solo una metà dei cittadini (50%, -4) dei Paesi del G7 pensa che in linea di massima si fida del proprio Governo, considerando che prenderà le decisioni giuste, in futuro, sulla base di quanto fatto finora, per arginare l’epidemia. In particolare, se si riconosce in UK fiducia al Governo in qualche modo da parte di un 60% dei cittadini, bisogna considerare comunque che c’è stato un calo di ben 16 punti da Aprile.
  • Il 61% dei cittadini del G7 pensa che la propria economia nazionale sarà fortemente colpita e si ritroverà più debole, rispetto alla situazione pre-COVID:
  • Uno su 7 (14%, -2) segnala di aver perso almeno metà del proprio reddito personale
  • Più della metà (52%) dichiara che userebbe l’app di tracciamento dei contatti che avvisa gli utenti se sono stati in contatto con qualcuno risultato contagiato dal coronavirus. Fra coloro che non la utilizzerebbero (62%), la barriera più rilevante all’adozione sembra essere legata alle preoccupazioni per la privacy.

Kantar ha condotto online lo studio sui cittadini nei Paesi del G7 per valutare l’impatto sulla pubblica opinione, garantendo i protocolli di distanziamento sociale.

Lo studio ha indagato gli effetti sulle finanze personali e famigliari, la percezione dei governi e le loro risposte, le fonti informative ritenute maggiormente affidabili oltre a fornire una prospettiva sui futuri comportamenti post lockdown.

Valutazione della performance dei Governi

Con i Governi che iniziano a ridurre le restrizioni con ritmi diversi, meno cittadini sembrano ora considerare che il proprio governo abbia trovato il giusto equilibrio fra la protezione dell’economia e quella della salute pubblica rispetto ad Aprile scorso (27%, -6). Il 39% (+3) pensa infatti che sia posta troppa enfasi sulla protezione dell’economia e non abbastanza sulla salute delle persone mentre solo il 22% (+3) crede che il Governo stia preoccupandosi troppo della salute pubblica e troppo poco dell’economia del Paese.

  • Le forniture Governative dei presidi di protezione personale ed i test di screening messi a disposizione sono considerati molto/abbastanza buoni appena dalla metà della popolazione (51% ciascuno)
  • 44% dei cittadini giudica la cooperazione internazionale fra i Paesi come molto/abbastanza buona, verso un 51% di Aprile
  • Al contrario, il 50% dei cittadini di Gran Bretagna, Francia, Germania ed Italia pensa che la cooperazione fra i Paesi europei sia molto/abbastanza buona, simile al dato di Aprile (51%)

Impatto sulle finanze personali

  • Il 37% segnala che il coronavirus ha già purtroppo lasciato un segno fortemente negativo sul loro reddito personale (dato stabile rispetto alla rilevazione di Aprile). Un ulteriore 30% si aspetta riduzioni in futuro (-5)
  • Fra coloro che segnalano una riduzione, il 39% (-5) dichiara una perdita di almeno metà del reddito (il 14% (-2) sulla popolazione nel Paesi del G7)
  • Il 45% (-3) degli individui nel G7 considera il supporto offerto dal proprio governo per fronteggiare la perdita di reddito come molto/abbastanza buono, mentre il 49% (+3) molto o abbastanza limitato. Le valutazioni sono più positive in Canada (73%, -4) e UK (67%, -3).
  • Allo stesso modo, il 41% (-4) considera la performance del governo in relazione al supporto alle aziende che devono affrontare chiusure e perdite di reddito come molto/abbastanza buono, rispetto al 50% (+3) che lo percepisce come veramente limitato.

Interventi per proteggere dal contagio del coronavirus

  • Tre quarti dei cittadini (75%, +23), dicono ora di indossare la mascherina – ma sono uno su 3 (35%, +15) in Gran Bretagna dichiara di farlo
  • Pur se i Paesi del G7 sono a livelli differenti nel lancio di app di tracciamento del contatto per monitorare la diffusione del virus, il 52% dei cittadini dichiara che molto/abbastanza probabilmente la utilizzerebbe. Addirittura, in UK il 63% e in Italia il 58%, dichiara che è molto propenso ad utilizzarla.
  • Fra coloro che dichiarano che molto/abbastanza probabilmente utilizzeranno questo tipo di app, le principali barriere sono legate alle preoccupazioni sulla privacy (62%), seguite dal fatto di essere contrari a che i governi traccino i loro spostamenti/la loro localizzazione (52%) e dal pensare che non sia efficace (34%). Le preoccupazioni sulla privacy sono più alte in US (73%) ed in Canada (68%)
  • Guardando invece agli interventi nel lungo temine per la protezione della propria salute, 7 cittadini su 10 (71%) dichiarano che sono propensi a vaccinarsi quando il vaccino sarà disponibile.

Ruolo del cambiamento climatico

Un Cittadino su 3 (33%) pensa che dopo la pandemia che si è scatenata, le azioni da fare per affrontare il cambiamento climatico dovranno essere una priorità per i Governi. Il dato è più alto in Italia (48%) e più basso in Giappone (11%)

La vita dopo il lockdown

  • Un Cittadino su tre (31%) dichiara che utilizzerà il trasporto pubblico meno di quanto faceva prima, quando le restrizioni saranno eliminate. Il dato è più alto in Italia (40%), Giappone (39%) e Gran Bretagna (38%).
  • La metà dei lavoratori (48%) è molto/abbastanza tranquilla di tornare sul posto di lavoro, quando possibile, ma uno su tre (33%) non lo è affatto.
  • Un terzo dei lavoratori (34%) dichiara che lavorerà da casa ancora per un pò, una volta che la quarantena sia terminata, rispetto a quanto faceva prima della pandemia.
  • Quattro su dieci (40%) fra coloro che hanno figli, segnalano di non essere a proprio agio al pensiero di mandare i loro figli a scuola, una volta che riaprirà. Il 35% sembra invece molto/abbastanza tranquillo.
  • Quattro cittadini su dieci (40%) dichiarano che si recheranno in ristoranti e caffè un po’/molto meno frequentemente rispetto a prima, anche se sarà dichiarato sicuro. Il 36% dice lo stesso di pub e locali serali, eventi culturali e cinema.
  • Solo un po’ più di uno su 10 (12%) si aspetta un ritorno alla normalità per Luglio/Agosto, con un ulteriore 68% che pensa addirittura che se ne potrà riparlare solo decisamente più in là.

Commentando i risultati dello studio su più di 7000 cittadini, Dr Michelle Harrison, CEO Kantar - Public Division, ha osservato che “con la progressiva transizione verso il ‘new normal’, è cruciale comprendere come cambia il contesto e quali sono gli impatti subiti nelle famiglie e nelle aziende a causa della pandemia. Vediamo che la fiducia nei Governi è messa in dubbio, per cui è molto importante, per le politiche di governo, essere in grado di rispondere alle esigenze di lungo termine dei diversi contesti sociali.

In questa fase della crisi, emerge confermata la dimensione dell’impatto economico su tutti i Paesi del G7. Lo studio evidenzia che la fiducia per tutti i Governi è messa in crisi, ma per la Gran Bretagna, in particolare, si nota un forte deterioramento, che non ha precedenti. Abbiamo anche un primo spaccato di cosa sarà considerato “normale” dati i cambiamenti dei comportamenti legati al COVID, emerge la volontà dei cittadini di affrontare il nuovo contesto, anche se ancora non decisa. Le differenze culturali fra nazioni sono ancora importanti, ma sono considerazioni che fanno comunque riflettere”.

Federico Capeci, CEO Italy, Kantar – Insights Division, ha aggiunto: “L’insicurezza è ancora dilagante e lo vediamo nel fatto che non siamo ancora tranquilli sull’uso dei mezzi di trasporto pubblico (il 40% degli italiani dice che li userà meno), sul fatto di mandare a scuola i nostri figli (solo il 35% si sente sicuro) o sul passare una serata a cena fuori o al cinema: 4 cittadini su dieci sono propensi a frequentare, come prima, ristoranti e locali serali. E’interessante inoltre notare che dietro a questi dati ci sono due Italie: quella che ha già superato il momento, e che quindi è già in fase tre, e quella che invece sarà ancora in fase uno per molto tempo.”


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